[Paesaggi e pareti rocciose del Grand Capucin]
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Ravazzi, Giorgio

[Paesaggi e pareti rocciose del Grand Capucin]

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Titel und Beiträge: [Paesaggi e pareti rocciose del Grand Capucin] / [Autore non identificato], G. Ravazzi

Veröffentlichung: ottobre 1985, [senza data]

Physische Beschreibung: 9 pos. col. su pellicola (diapositive) ; 36 x 24 mm

Datum:1985

Sprache: 0 (Sprache des Texts, Filmmusik, usw.)

Notizen des Inhaltes:
  • Grand Capucin, 3838 m IGN. Superbo obelisco di granito giallo-rossastro, che si alza con pareti verticali fra i contrafforti sud-est del Mont Blanc du Tacul. Non si trova sul crestone secondario che scende dall'arête du Diable e che più in basso forma il Petit Capucin, ma sorge più isolato verso il Couloir des Aiguillettes; solo la Brèche du Grand Capucin lo collega a ovest con il crestone suddetto. Storia delle ascensioni: -da ovest, per la Brèche du Grand Capucin. 1. ascensione: Cordata condotta da A. Rey, 24 luglio 1924, con Henri Rey, Louis Ranier, Enrico Augusto: essi portarono una pertica di legno lunga c.10 m, con pioli, che utilizzarono per superare i primi 30 metri, issandola più volte e fissandola quindi a rudimentali fittoni di ferro; scalarono le ripide placche fino alla cima. 2. ascensione: Aimé Grivel e Eugène Hurzeler, 18 agosto 1929. 3. ascensione: Giusto Gervasutti e Giulio Salomone, 1 agosto 1946. -per la parete Nord 1.ascensione: Lucien Bérardini e Robert Paragot, 24-25 luglio 1955. 2.ascensione: Bruno Crétien e Alain Roblin, 3-4 agosto 1975. 1.invernale: Carlo Gabasio e Gianni Lanza, 2-4 gennaio 1989. -parete Est (via Bonatti): Walter Bonatti e Luciano Ghigo 20-23 luglio 1951. Via storica, dove, per la prima volta nelle Alpi occidentali, è stata affrontata una parete strapiombante applicando sistematicamente la progressione in artificiale. I primi salitori infissero 160 chiodi, comprese le soste. -da Ovest, 1. invernale: Gigi Alippi, Romano Merendi, Luciano Tenderini 27-29 febbraio 1959. -1.solitaria: Gino Buscaini, 23-25 giugno 1959. [da Monte Bianco, vol. I / Gino Buscaini, Milano : Club alpino italiano : Touring club italiano, 1960, serie: Guida dei monti d'Italia, 1994, pp.403-407].
Notiz:
  • Serie composta da 9 diapositive di cui 3 intelaiate [001, 002, 005] con iscrizioni a inchiostro su chassis: didascaliche e indicazione di responsabilità: "G. Ravazzi / Novi / 1 Grand Capucin" [001]; a impressione: documentarie: "ottobre 85" [002]; a inchiostro: didascaliche: "G / Capucin" [005]. La digitalizzazione riproduce la seconda diapositiva.
  • Gian Carlo Grassi nacque a Condove nel 1946. E' stato una guida alpina e un importante alpinista italiano. La sua attività alpinistica è stata pioneristica poiché è stato tra i primi in Italia a dedicarsi al cascatismo e all'arrampicata su ghiaccio. A partire dalla fine degli anni Settanta ha realizzato molte prime salite su cascate e goulotte in alta montagna. Negli anni settanta, Grassi ha fatto parte del movimento del "Nuovo Mattino", che gli ha permesso di frequentare molti importanti alpinisti tra cui Gian Piero Motti e Danilo Galante. In questo periodo si dedica in particolare alle vie d'arrampicata in Valle Orco, sul Caporal e sul Sergent, e dell'arrampicata sui massi erratici della bassa Val di Susa. Verso la fine degli anni settanta Grassi si appassiona alla nascente scalata delle cascate di ghiaccio e diventa presto uno dei principali protagonisti. Grassi inoltre riesce a portare la tecnica di arrampicata sulle cascate in alta montagna, diventando specialista della salita dei cosiddetti couloir fantasma, canaloni dove la neve e il ghiaccio creano una via di salita solo durante l'inverno. La sua attività alpinistica è instancabile e frenetica: apre numerosissime vie in tutto il Piemonte e la Valle d'Aosta, in particolare, in Valle Orco, Valli di Lanzo, Vallone di Sea, Val di Susa, Val Varaita e Val di Cogne. Le sue ascensioni non si limitano alle zone alpine ma scala anche in vari paesi esteri, tra cui: California, Canada, Ande, Patagonia, Himalaya. Nel 1984 con Renato Casarotto e Guido Ghigo sale Pomme d'Or nel Quebec (180 metri di stalattite), Polar Circus e Slipstream (cascata di 900 metri) nelle Montagne Rocciose Canadesi. Nel 1985 con Mauro Rossi ripete la via Supercanaleta al Fitz Roy. A quarantaquattro anni, ancora nel pieno della sua attività alpinistica, Grassi perde la vita il 1º aprile 1991 dopo aver salito una cascata di ghiaccio sul Monte Bove, nei Monti Sibillini, per il distacco di una cornice di neve. Nel 2011 gli viene dedicato il nuovo Bivacco Giuseppe Lampugnani al colle Eccles (Monte Bianco).

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Museo Nazionale della Montagna - CAI - Torino 2.1.861/ 387/ 001- 009 F-16695
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